Sala del Munizioniere, 16 marzo 2011, ore 17.45,
L'Africa della Meraviglie consente dialoghi diversi – fra oggetti e collezionisti, fra visitatori e antropologi, fra artisti
africani e artisti extra-africani. Questa comunicazione presenta un dialogo tra oggetti e oggetti che dimostra come
l'efficacità di ciascuna opera d’arte – nelle culture africane e nelle culture non-africane – dipenda dalle sue relazioni
sociali. Perciò esemplari delle "meraviglie" della mostra saranno descritti come risultanti dal lavoro collaborativo
dell’artista, del committente e della società. Successivamente, la storia dei contatti tra Europei e Africani (dal Cinquecento
all'Ottocento) verrà analizzata per capire perché esploratori e mercanti abbiano considerato questi oggetti come degli "idoli",
false immagini che prendevano il posto di Dio. Nel Novecento al "Feticcio Africano" si sono aggiunti "il Feticcio
di Marx" e "il Feticcio di Freud", altri concetti molto influenti legati alla filosofia occidentale e alla storia
del giudaismo e del cristianesimo in Europa. Oggi il Feticcio (o juju) - un'invenzione europea - ci impedisce di capire la complessità
delle filosofie religiose del’Africa pre-coloniale e contribuisce alla distruzione del patrimonio culturale africano.