I socialisti utopisti


Gian Mario BRAVO

domenica 7 aprile, ore 17 Sala del Maggior Consiglio


Il socialismo utopistico ha una lunga storia ideale e politica, che anche nel lessico assume nomi affini ma diversi: presocialismo, premarxismo, socialismo utopistico vero e proprio, quindi «socialismo».
Le correnti – anche il marxismo – sono state direttamente o indirettamente improntate dall'utopismo. Tuttavia, con «socialismo utopistico» ci si riferisce a quei fenomeni, concezioni, fantasie, scuole e partiti, sviluppati con vigore nella prima metà e nei decenni centrali dell'Ottocento, considerati gli elementi fondanti del socialismo organizzato. La commistione di utopismo tradizionale, di socialismo e di impatto collettivo, quale reazione al disfacimento sociale prodotto dalla rivoluzione industriale, è presente in molti pensatori della sinistra in Europa e nell'America Settentrionale. Ora, dopo un secolo e mezzo dal “1848”, nel corso del Novecento e poi, all’inizio del Terzo Millennio, il socialismo utopistico è tornato a presentarsi sulla scena pubblica, grazie a grandi intellettuali, a Premi Nobel, a importanti economisti, che hanno recuperato argomentazioni che sembravano “fantastiche” e illusorie e hanno dimostrato invece d’essere lungimiranti e realistiche.

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