Parlaci di Iqbal
Palazzo della Nuova Borsa



18 aprile ore 20.30, Palazzo della Nuova Borsa - Sala delle Grida


16,17,18 aprile ore 20.30
Regia Enrica Origo
Produzione Almamusica
Con la collaborazione del Teatro Stabile di Genova

A vent’anni da quando Iqbal Masih fu ucciso, Storia in Piazza dedica un importate appuntamento sulla realtà inaccettabile del nuovo schiavismo. Iqbal il coraggioso bambino pakistano, schiavo al telaio dall’età di quattro anni, ucciso a dodici anni, il 16 aprile 1995, dalla mafia dei tappeti per essersi liberato ed aver denunciato al mondo il lavoro schiavizzato di milioni di bambini. In scena un gruppo di giovani performers, con la partecipazione straordinaria di Ehsan Khan, il sindacalista pakistano del Bllf, il Fronte di liberazione dal lavoro schiavizzato.


Ingresso libero. I posti sono limitati, si consiglia la prenotazione al numero: 3335825901 dalle 17 alle 19
info: parlacidiqbal@gmail.com

scarica il volantino


La performance Parlaci di Iqbal non è uno spettacolo, non è una lettura a voce alta. E’ un’azione teatrale volta a far conoscere la storia di Iqbal Masih, il bambino schiavo ucciso dalla mafia dei tappeti nel 1995 divenuto simbolo della lotta alla moderna schiavitù. Per essere fedeli alla storia di Iqbal, abbiamo ascoltato il racconto diretto del più attendibile testimone della sua liberazione, colui che lo ha aiutato ad ottenerla e che ha pagato con l’esilio, dopo la sua morte, la sua lotta: si tratta di Ehsan Ullah Khan, fondatore e leader del BLLF (Bonded Labour Liberation Front) che vive esule in Svezia. Per questo, a partire dal 2012, lo abbiamo invitato a Genova tutti gli anni, grazie ad un’iniziativa di base che ha coinvolto, attraverso la scuola, decine e decine di famiglie. Il 16 aprile 2015, saranno passati esattamente vent’anni da quando Iqbal fu ucciso. Per questa ricorrenza, l’iniziativa Parlaci di iqbal ha il sostegno del Teatro Stabile di Genova e di Pazzo Ducale Fondazione per la Cultura.

La performance: l’azione scenica come presa di coscienza attiva
Parlaci di iqbal è un’azione poetica che parte da una storia vera. Un gruppo di ragazzi molto giovani racconta la storia di Iqbal come nelle antiche tradizioni popolari. Il racconto è scandito in dodici quadri. Il pubblico non osserva da lontano, ma è disposto vicino all’azione, intorno ad essa.
Parlaci di Iqbal è un incontro tra persone che riflettono insieme e dal vivo sulla schiavitù e sulla libertà. Chi trasmette? Un gruppo unito di ragazzi che sono interpreti ed attivisti. Come trasmette? Passando, con la sua azione, il testimone: chi assiste potrà diventare a sua volta narratore nelle edizioni future.
Parlaci di Iqbal è una forma diversa di attivismo: al racconto attraverso l’azione segue l’incontro con Ehsan Khan. Egli attesta con la sua presenza e la sua testimonianza la verità di una tragedia di cui non parla nessuno.
L’azione non è improvvisata, ma è costruita secondo i principi della tradizione e della ricerca teatrale. I ragazzi sono molto giovani, alcuni bambini: la loro pratica nasce da un’esercitazione giocosa, intorno alle tecniche performative condotta nel nostro Laboratorio da molti anni.
La poetica di Parlaci di Iqbal si propone come naif. Le scene sono formate dalle sedie per il pubblico, in parte sollevate su praticabili, lungo i lati dell’azione. Gli oggetti di scena sono creati dai ragazzi. I costumi sono vestiti bianchi, di tutti i giorni. Il Pakistan in cui si svolge l’azione è quello che immaginiamo.

Lo spazio
Lo spazio della rappresentazione varia di volta in volta.
Quest’anno Parlaci di Iqbal sarà allestito nella Sala delle Grida del Palazzo della Borsa Valori di piazza De Ferrari. Dal 1912 fino all'ultima "chiamata alle grida" del 28 febbraio 1994, la sala ha ospitato le contrattazioni di borsa. In luoghi come questo i risparmi e gli investimenti dell’Occidente vengono canalizzati verso imprese che importano merce prodotta da manodopera schiavizzata.
Secondo le ultime stime I.L.O. (Organizzazione Internazionale del Lavoro), attualmente sono oltre 21 milioni le vittime del lavoro forzato nel mondo, di cui oltre 5 milioni bambini e ragazzi sotto i 17 anni. Nel 68% dei casi si tratta di sfruttamento in attività economiche. L’economia privata realizza un profitto di oltre 150 miliardi di dollari annui grazie alla moderna schiavitù. In questo spazio simbolo del capitalismo racconteremo la storia di Iqbal, una storia distante nella geografia, ma che ci implica tutti da vicino. Da questo contrasto inizierà il nostro racconto.