Elementi di utopia nelle costituzioni novecentesche


Alessandro TORRE

sabato 6 aprile, ore 16 Sala Liguria


Contiene elementi di utopia ogni costituzione che non si accontenti di definire le presenti conquiste ma guardi alle realizzazioni del futuro e si impegni a renderle concrete.
Ed anzi si potrebbe dire che ciascuna costituzione di questo genere sia di per sé un’utopia perché, spesso proponendosi come una risposta a regimi totalitari o ad eventi traumatici, segna il passaggio da un “prima” a un “dopo” ponendo le coordinate di una discontinuità da cui dovrebbe scaturire il progresso di una società politica e del suo ordinamento fondamentale. Tra le costituzioni europee del Novecento, partendo dal prototipo della costituzione razionalizzata nata a Weimar nel 1919 come splendida ma debole architettura elaborata da giuristi, la ricerca di utopie nella famiglia di costituzioni che si suole definire di derivazione liberale e la stessa riflessione sull’imperfetta costituzionalizzazione dell’Unione Europea possono essere un utile esercizio per la comprensione di alcuni aspetti dell’odierna storia di un’Europa in crisi e, a meno che anche in questo caso si stia inseguendo un’utopia, in qual modo le democrazie possano impegnarsi nella costruzione di nuovi equilibri.

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