Mostra Tommaso Salvini Un attore patriota nel teatro italiano dell'800


 Tommaso Salvini

Tommaso Salvini
Un attore patriota nel teatro italiano dell'800

Palazzo Ducale, Loggia degli Abati
5 marzo - 3 aprile 2011

Tommaso Salvini è stato uno dei più importanti esponenti del fenomeno del Grande Attore dell’Ottocento, il cui modello di recitazione ha travalicato i confini nazionali e influenza ancora oggi i più grandi attori a livello mondiale.
La mostra, attraverso un allestimento scenografico, da l’opportunità di conoscere la vita di uno dei più estimati attori teatrali del XIX secolo e di scoprire il periodo più ricco della storia del teatro a Genova, che durante il Risorgimento si proponeva come capitale dello spettacolo.
La mostra è anche l’occasione per riproporre il ritratto storico di un’epoca, il Risorgimento, a cui la vicenda biografica dell’attore è strettamente legata, collocandosi così nell’ambito delle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia.
Tommaso Salvini (1829-1915), oltre ad essere stato un grande attore dell’Ottocento – allievo di Gustavo Modena cui è dedicato il teatro di Sampierdarena a Genova – prese parte a momenti decisivi della storia d’Italia partecipando attivamente e con un ruolo di spicco al Risorgimento.
La mostra – promossa e curata dal Museo-Biblioteca dell’Attore del Teatro Stabile di Genova – è organizzata in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia e, attraverso varie sezioni tematiche, ripercorre la vita e l’attività artistica di questo eccezionale personaggio per arrivare a disegnare un ampio affresco del teatro italiano del periodo.
La fama di Tommaso Salvini nel XIX secolo travalicò l’ambito del mondo teatrale e i confini dell’Italia, tanto da divenire una sorta di “mito”. La sua vicenda biografica, inoltre, si legò strettamente al suo tempo, ai più importanti esponenti dell’epoca del Risorgimento, a Mazzini, a Garibaldi, a casa Savoia, acquistando un eclatante significato e risalto pubblico.
In Italia, nei decenni centrali dell’Ottocento, il teatro divenne anche uno strumento di lotta politica, per la realizzazione dello Stato nazionale, unitario, indipendente. Gustavo Modena, stretto collaboratore di Mazzini, fu un attore patriota. I suoi allievi ne imitarono l’esempio. Ernesto Rossi, a Milano, nel 1848, militò tra i combattenti a Porta Tosa. La Ristori si impegnò in varie missioni diplomatiche, ma anche sul campo, allestendo un ospedale per i feriti delle truppe piemontesi. Anche la drammaturgia, con Niccolini, Dall’Ongaro, Pellico, Stanislao Morelli e molti altri scrittori, si schierò, mascherando i richiami all’attualità e gli inviti a ribellarsi alla dominazione straniera con figure e episodi del passato.
Salvini, come caporale della Guardia volontaria, agli ordini di Garibaldi, nel 1849 difese col fucile la Repubblica Romana contro i Francesi. Successivamente, in fuga dopo la sconfitta, si rifugiò a Genova, dove con Aurelio Saffi fu imprigionato nel Lazzaretto della Foce. La sua parabola, poi, come quella del Risorgimento, assume un carattere moderato.
Allestimento curato da Guido Fiorato e realizzato da Luca Cannas, illuminotecnica di Liliana Iadeluca.


Link al sito del Museo dell'Attore