Mostra
Raimondo Sirotti. 50 anni di pittura: 1955-2005
Loggia degli Abati
7 maggio – 26 giugno 2005
Il catalogo della mostra: Linea d'Ombra
Ingresso libero
Orario: tutti i giorni escluso il lunedì dalle ore 13.30 alle ore 19.30
Al mattino solo su prenotazione: tel. 010-5574004
anteprima per la stampa: venerdì 6 maggio, ore
11.30
inaugurazione: venerdì 6 maggio, ore 18.00
La mostra, allestita nella Loggia degli Abati di Palazzo Ducale, presenta oltre ottanta
opere che documentano l'attività, esemplare per coerenza poetica e stilistica, di
Raimondo Sirotti, da cinquant'anni protagonista nel panorama della pittura italiana
contemporanea.
L'intero suo itinerario intellettuale ed espressivo è qui cronologicamente
ripercorso: l'iniziale richiamo alle architetture storiche di Sironi, l'avvio di una
propria ricerca orientata alla decifrazione del rapporto paesaggio-luce, la condivisione
del momento più intenso della stagione informale sul finire degli anni Cinquanta in
Milano, la meditazione sulla funzione della luce nella paesaggistica inglese (Gainsborough,
Constable e, per affinità elettiva, Turner) nel soggiorno in Inghilterra del 1968,
l'esaltante approdo a una sempre più singolare cifra pittorica.
Romanticamente innamorato dello spettacolo della Natura, ha ricondotto l'esperienza
informale alle tradizioni e ai valori ligustici di tono e di luce, trasferendo sulla tela,
attraverso successivi motivi ispiratori, trascoloranti visioni naturalistiche, ora solenni
e grandiose, ora discrete e intimiste: a metà degli anni Settanta, dopo una serie di
citazioni testuali delle forme di Sutherland, anch'esse viste durante il soggiorno inglese,
si è orientato, nell'alveo di un impressionismo astratto, verso una Natura intesa
come fatto misterioso, metaforico (le tane); con gli anni Ottanta, nella volontà di
superare il “pericolo” della visione impressionistica, ha ridato architettura alla
composizione mediante linee che ne costituissero struttura portante, travature, infissi (le
finestre); successivamente, e già con la fine degli anni Ottanta, pur entro
l'ispirazione naturalistica, ha liberato l'immagine da ogni riferimento oggettuale,
stemperandola in una coinvolgente e suggestivamente evocativa esplosione di luce e di
colore (gli eventi naturali).
Negli anni più recenti la sua pittura, costantemente sorretta da una lirica
ispirazione, si è arricchita di nuovi ricorrenti temi, sovente affrontati, con
incisiva gestualità, in opere di grande dimensione: i paesaggi interiori, le
cave.
Dei suoi preziosi interventi sul patrimonio artistico genovese (tra cui la copia del
dipinto su ardesia Madonna col bambino e Sant'Eligio di Pellegro Piola nel 1986 per il
prospetto di un palazzo di via degli Orefici, sostitutiva dell'originale per ragioni
conservative, e il restauro del riquadro del San Giorgio e il Drago sul portale d'ingresso
di Palazzo San Giorgio nel 1990) è qui esposta una gigantografia della
reinterpretazione (1995) del dipinto absidale di Giulio Benso L'incontro dei Santi
Gioacchino e Anna nel Presbiterio della Basilica della SS Annunziata del Vastato,
unitamente al bozzetto preparatorio.
La mostra è corredata da un catalogo Linea d'ombra con testi sritici di Emilia
Marasco e Marco Goldin, una poesia di Edoardo Sanguineti dedicata all'artista, un profilo
biografico di Antonio Todde e un'ampia antologia critica.
|
 |



|