





|
 |
GRANDE PITTURA GENOVESE DALL'ERMITAGE
da Luca Cambiaso a Magnasco
16 marzo - 28 luglio 2002
La mostra è articolata nelle prestigiose sale dell’Appartamento
del Doge di Palazzo Ducale. La curatela scientifica è di Piero
Boccardo, conservatore della Galleria di Palazzo Rosso di Genova,
coadiuvato da un Comitato scientifico costituito da studiosi italiani
e stranieri e dai conservatori del Museo dell’Ermitage, Svetlana
Vsevolojskaya, responsabile della Sezione pittura italiana, e Irina
Grigorieva, responsabile della Sezione disegni Italiani.
La mostra ed il catalogo, attraverso straordinarie opere d’arte e
documenti, ricostruiscono l'immagine dei tempi, situazioni, luoghi e figure protagoniste
nella storia dei rapporti fra Genova e la corte di San Pietroburgo nel corso
del XVIII secolo: da Pietro il Grande a Caterina II, agli altri Zar, dagli ambasciatori
russi e genovesi ai più importanti visitatori.
Dai contatti fondamentalmente marittimi e mercantili (Genova era il porto d’imbarco dei
marmi e delle sculture destinate alle residenze imperiali di San Pietroburgo
nel XVIII secolo) a quelli culturali e diplomatici. Fra questi è
rimasta famosa la missione del marchese Rivarola, unico ambasciatore della
Repubblica di Genova alla corte di Caterina II dal 1783 al 1785.
I saggi in catalogo ricostruiscono i percorsi delle opere fra Genova, il
collezionismo internazionale e gli agenti della corte degli Zar, in
particolare della Grande Caterina II, l'Imperatrice a cui si deve la parte
più ampia della raccolta che rappresenta una delle più cospicue
e importanti collezioni di opere della scuola genovese conservate fuori dalla
Liguria. Le opere coprono un arco di tempo compreso fra il Cinquecento e il
Settecento con dipinti di grande qualità di Luca Cambiaso, Bernardo
Strozzi, Gioacchino Assereto, G.B. Castiglione "Il Grechetto", Anton Maria
Vassallo, Valerio Castello, G.B. Langetti, Peter Muller "Il Tempesta",
G. Agostino Cassana, Peirano "Genovese", Alessandro Magnasco e disegni di
Luca Cambiaso, Lazzaro Tavarone, G. B. Paggi, Giulio Benso, G. G.
Castiglione "Il Grechetto", Valerio Castello, Bartolomeo Biscaino, Domenico
Piola, Giò Andrea Carlone, Alessandro Magnasco. In mostra un raro
disegno di Charles De Wailly consente di conoscere l’apparato decorativo di
Palazzo Campanella di Via Garibaldi perduto durante l’ultimo conflitto.
Dopo Kandinsky, Vrubel', Jawlensky e gli artisti
russi a Genova e nelle Riviere, la nuova mostra,
Grande pittura genovese dall’Ermitage: da Luca
Cambiaso a Magnasco, rappresenta la seconda importante
tappa del grande progetto Genova - San Pietroburgo,
(che terminerà in autunno con la mostra
Dipinti e disegni genovesi dal ‘500 al ‘700 che
verrà allestita all’Ermitage) e sottolinea ancora
la stretta collaborazione tra Genova e San Pietroburgo e
in particolare tra Palazzo Ducale e il grande museo
dell’Ermitage.
La mostra, curata da Svetlana Vsevoloskaja e da
Irina Grigorieva conservatori dell’Ermitage, con la
collaborazione di Piero Boccardo, direttore della
Galleria di Palazzo Rosso di Genova, propone anzitutto
una offerta di dipinti e di disegni, tutti -
sia quelli appartenenti a forti personalità
(a Luca Cambiaso per esempio, o a Bernardo Strozzi, al
Grechetto, a Valerio Castello, a Magnasco) sia quelli
dovuti a figure meno note - di altissima qualità,
anche se, non di rado, in Italia poco conosciute.
Nel loro nucleo maggiore, le opere genovesi
dell’Ermitage risalgono infatti agli acquisti che nella
seconda metà del Settecento l’imperatrice
Caterina II fece di grandi collezioni europee nelle
quali queste opere erano entrate perché ne era
stato ben apprezzato il grande valore artistico.
Le collezioni europee che l’imperatrice comperò
erano tanto pregevoli e tanto articolate da
assicurare - al di là delle intenzioni
dell’acquirente - alla corte di San Pietroburgo molte
opere di spicco di una scuola genovese di cui pure
poco si sapeva.
Tra le acquisizioni più significative per conto
dell’Imperatrice Caterina II, spicca quella della
collezione del conte Heinrich Brühl. Onnipotente
ministro del re Augusto III di Sassonia, il
conte Brühl, disponendo liberamente del tesoro dello
Stato, aveva costituito a Dresda una galleria personale
composta da opere di altissimo livello, tra le quali
San Secondo e l’angelo di Bernardo Strozzi, la
Benedizione di Giacobbe di Gioacchino Assereto e la
Strage degli innocenti di Valerio Castello.
Il primo importante nucleo di quadri del Magnasco,
(il pittore genovese più copiosamente
rappresentato in tutta la collezione dell’Ermitage)
apprezzatissimo in tutta Europa per la sua grande
'modernità', arriva in Russia addirittura
prima dell’età di Caterina II. Nel 1745
il pittore Georg Christophr Groot, conservatore dei
quadri degli Zar, fu incaricato dalla imperatrice
Elisabetta (1709 - 1762) di andare a Praga per cercare
opere da destinare a una delle sue residenze di
campagna. Groot acquistò 115 opere fra le quali
compaiono quattro composizioni "di nuova e gradevole
architettura" il cui autore è chiamato
"Alexandrien". La scelta sembra proprio essere stata
guidata da una puntuale attenzione all’originalità
del pittore genovese: del Magnasco si lodava infatti la
"nuova e gradevole architettura". In realtà
poi i quattro dipinti di Magnasco non vennero destinate
alla residenza di campagna, ma andarono a decorare lo
studio della casa di Ivan uvalov, il favorito
dell’Imperatrice Elisabetta.
L’arrivo a Genova di queste opere è anche una
occasione per documentare anche attraverso i saggi in
catalogo (edito da Mazzotta) i rapporti tra Genova e la
Russia nel secolo XVIII, nel momento cioè
in cui le opere genovesi giunsero a San Pietroburgo.
La ricerca, per esempio, da parte di Pietro il Grande,
di creare dei legami commerciali con Genova acquistando
nella nostra città i marmi per gli edifici della
sua nuova capitale. E ancora il racconto delle
appassionanti vicende della missione in Russia
dell’ambasciatore genovese Stefano Rivarola all’epoca
di Caterina II (1783-85). E ancora
In questa mostra la vicinanza fisica tra le opere
provenienti dall’Ermitage (più di cinquanta tra
disegni e dipinti) e il grande patrimonio pittorico
che i musei, le chiese, le gallerie private di Genova
conservano permetterà a un largo pubblico, un
gioco di suggestioni incrociate, di rapporti, di
accostamenti che sarà sicuramente affascinante e
molto illuminante.
Le opere coprono un arco di tempo compreso fra il
Cinquecento e il Settecento con dipinti di grande
qualità di Luca Cambiaso, Bernardo Strozzi,
Gioacchino Assereto, G.B. Castiglione "Il Grechetto",
Anton Maria Vassallo, Valerio Castello, G.B. Langetti,
Peter Muller "Il Tempesta", G. Agostino Cassana,
Peirano "Genovese", Alessandro Magnasco e disegni di
Luca Cambiaso, Lazzaro Tavarone, G. B. Paggi, Giulio
Benso, G. G. Castiglione "Il Grechetto", Valerio
Castello, Bartolomeo Biscaino, Domenico Piola, Giò
Andrea Carlone, Alessandro Magnasco.
In mostra un raro disegno di Charles De Wailly consente
di conoscere l’apparato decorativo di Palazzo Campanella
di Via Garibaldi perduto durante l’ultimo conflitto.
Catalogo
Mazzotta, www.mazzotta.it

88-202-1508-X
|