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ODONE DI SAVOIA
20 dicembre 1996 - 9 febbraio 1997
Le collezioni di un principe
La mostra è dedicata a un principe di casa Savoia,
Odone, duce di Monferrato, lo sfortunato figlio di Vittorio
Emanuele II che morì, non ancora ventenne, a Genova,
dopo un’esistenza breve e tormentata. Essa non vuole soltanto
offrire al pubblico le straordinarie collezioni archeologiche,
numismatiche, artistiche, naturalistiche da lui raccolte, con
appassionata intelligenza, nei quattro anni che trascorse a
Genova: si propone anche di restituire, con allusioni decorative
e spaziali, l'atmosfera, il gusto, gli arredi dei palazzi e
degli ambienti genovesi dove il giovane principe passò
gli ultimi anni, e il clima intellettuale che lo circondava.
Affetto fin dalla nascita da una grave malformità fisica,
e perciò emarginato dalla vita di corte e familiare, ma
dotato di una forza di volontà e di un carattere per
molti aspetti davvero eccezionali, ad appena quindici anni
Odone elesse, a causa della mitezza del clima e della
vicinanza al mare - che fu sempre una sua grande passione
- Genova a propria residenza. E in questa città
trascorse gli anni forse più felici della sua vita:
lontano dall'ufficialità della corte torinese, si
legò ad alcuni dei nomi più prestigiosi
della cultura contadina - Santo Varni, già artista e
collezionista affermato, fu di Odone consigliere e amico;
Tammar Luxoro e Pasquale Domenico Cambiaso gli furono
maestri - istituì stretti e positivi rapporti con le
accademie e gli istituti culturali della città, e
decise infine di assumere un ruolo preciso: quello di principe
munifico, protettore e promotore delle arti e delle opere
dell'intelletto. Di intelligenza vivace e intraprendente
quanto costretta era l'esistenza, curioso di tutti gli
aspetti della cultura, sia umanistica che scientifica,
riuscì, in pochi anni, a realizzare una collezione
straordinaria, per varietà e, soprattutto, per
qualità.
Le sue raccolte archeologiche - delle quali, grazie a recenti
ricerche, possiamo oggi ricostruire la provenienza -
accolgono reperti di eccezionale valore, che documentano
alcuni dei più importanti siti archeologici
esplorati nell'Ottocento.
La sua collezione d'arte contemporanea - alla quale i recenti
restauri, realizzati per questa occasione, hanno restituito
l'originario splendore - sono ricche di opere di artisti -
Ernesto Rayper, Pasquale Domenico Cambiaso, Tammar Luxoro,
Giuseppe Bellucci, Gabriele Castagnola, Alfredo D'Andrade,
Vincenzo Cabianca, Luigi Bechi - che la connotano in senso
chiaramente "unitario" e nazionale, e dimostrano la
progressiva apertura del giovane verso le esperienze più
nuove della pittura en plain air; ed anche tra le opere
d'"arte antica" spicca un autentico capolavoro, quale la
Carità di Jan Massys.
Il percorso espositivo rende la complessa varietà degli
interessi e delle raccolte del giovane, presentando fotografie,
volumi, strumenti scientifici dell'epoca, "cineserie", le ricche
collezioni malacologiche e numismatiche, dando tuttavia
particolare rilievo, com'è ovvio, agli accezionali reperti
archeologici e alle opere d'arte, specie nel nostro Ottocento.
Alla morte di Odone - avvenuta nella notte tra il 21 e il 22
gennaio 1866, nel Palazzo Reale di Genova - Vittorio Emanuele, da
cinque anni primo sovrano d'Italia, esaudendo l'esplicito
volere del figlio, donò a Genova le sue ricche collezioni
di Belle Arti e Industrie antiche. Esse andarono a costituire il
fondamento del patrimonio artistico della città ed il
primo nucleo dei musei civici. Questa mostra vuole essere un
omaggio al principe, e alla sua ostinata passione di collezionista,
da parte della città che amò, fino a farle
l&rsquo:estremo dono del suo "privato" museo.
Catalogo
Edizioni Mazzotta, www.mazzotta.it

88-202-1197-1
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