La guerra e la resistenza
25 aprile - 4 maggio 2008
Palazzo Ducale, Piazza Matteotti 8r
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a cura del Comune di Genova e della Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura
Alberto Helios Gagliardo, LA GUERRA - Acqueforti
a cura dell'Associazione culturale "Sergio Fedriani"
in collaborazione con la Galleria d'arte "Il Vicolo"
diretta da Ambra e Piera Gaudenzi
Attilio Mangini, LA RESISTENZA - Disegni chine
a cura del Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce
con la collaborazione di Fulvia e Fiamma Mangini
Spazio espositivo in Piazza Matteotti 8r
25 aprile - 4 maggio 2008
inaugurazione 24 aprile ore 17.30, su invito
orario: tutti i giorni 15.00 - 19.00, chiuso il lunedì
ingresso libero, informazioni tel. 0105574064/65
Alberto Helios Gagliardo
LA GUERRA
Acqueforti
Tornano visibili a Genova le diciannove grandi
acqueforti dedicate dal pittore e incisore genovese
Alberto Helios Gagliardo (1893-1987) al tema
quanto mai doloroso della guerra. Incise nel corso
di un arco di tempo piuttosto lungo, tra il 1925
e il 1940, testimoniano il profondo impulso
di coinvolgimento che l'artista provava per
l'argomento. In esse, infatti, i soggetti bellici
non vengono trattati con l'afflato retorico che
improntava di regola gli anni della realizzazione,
tendenzialmente guerrafondai, ma al contrario
si fanno espressione e veicolo di una pietas
umanistica che si affermava del tutto
anticonvenzionale in quel clima contemporaneo,
e proprio per questo più coraggiosa di tanti
strombazzati e fasulli eroismi.
Così è per la comprensione – e anzi l'empatia –
verso l'angoscia dei saluti nelle separazioni
famigliari, per la scoperta consapevole della morte,
per lo sgomento dei civili al suono delle sirene
d'allarme, per la nausea del soldato di fronte
al suo primo nemico ucciso, per lo spaventosa vista
dei corpi in decomposizione, per lo strano sollievo
vuoto alla notizia dell'armistizio...
La guerra si palesa per un'esperienza di indicibile
terribilità per qualsiasi vita, un'esperienza
da dimenticare ma purtroppo incancellabile
dalla memoria.
La rappresentazione della guerra, pertanto,
non può essere che una rappresentazione contro
la guerra.
La serie completa esposta proviene dalla cartella
edita esattamente trent'anni fa, nel 1978,
Gagliardo vivente, dalla Galleria d'arte “Il Vicolo”.
Stampata su carta Fabriano Rosaspina e tirata in
100 e XX esemplari, resta preziosa testimonianza
dell'alta commozione civile di un artista sensibile,
rigoroso, etico, intimamente non-violento.
Ferruccio Giromini
Attilio Mangini
LA RESISTENZA
Disegni chine
L'altra faccia della medaglia del Mangini pittore
di Genova è il Mangini dei disegni della
Resistenza. In realtà, come già osservava Antonello
Trombadori nell'introdurre la mostra "Cento disegni
della Resistenza di Attilio Mangini"(Bologna, 1975)
i personaggi che animano le piazze della città, che
passeggiano nel parco o si siedono sulle panchine
sono gli stessi protagonisti delle vicende della
Resistenza che Mangini registra in una serie di
piccoli, intensi disegni realizzati nel 1965 (poi
ripresi e rielaborati dieci anni dopo) seguendo
il filo di una sua personale memoria di affetti e di
ideali condivisi giorno per giorno, piuttosto che
perseguire l'obbiettivo di una celebrazione solenne.
I suoi partigiani che si muovono in un paesaggio
collinare nell'avvicendarsi delle stagioni segnalato
dal mutare di pochi dati naturalistici – le foglie sugli
alberi poi spogli, i rari fiori sui pendii poi ricoperti
di neve – gli uomini che avanzano in piccoli gruppi
imbracciando il fucile, che si ritrovano stanchi
intorno al calore di una stufa a legna e cercano
nell'amicizia solidale di chi resta il conforto alla
fatica, alla paura, alla scena agghiacciante dei
compagni impiccati nella ragnatela degli alberi
spogli del bosco, questi partigiani, che erano
e sono stati i compagni di Attilio e di sua moglie
Fulvia, sono in fondo eroi per caso che, per citare
ancora Trombadori, le vicende della storia hanno
unito, trasformando miracolosamente uomini di
sarmati in "soldati senza galloni", per opporsi alla
distruzione e al massacro. L'anti-retorica di questo
diario che assume i connotati di un disegno
leggero, che come sempre tende alla semplificazione
delle forme in stilizzate sagome senza volto, senza
nessuna concessione alla violenza del segno e del
gesto, introduce, a dispetto dell'argomento, una
dimensione serena quasi che i partigiani fossero
"numi protettori e garanti di un'armonia che deve
essere ad ogni costo sognata, se ad ogni costo
si vuole agire per conquistarla".
Sandra Solimano
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Alberto Helios Gagliardo
Dove il colpo arriva, 1932

Alberto Helios Gagliardo
Il primo uomo ucciso, 1926

Alberto Helios Gagliardo
Il primo allarme, 1939
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