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    METAMORFOSI DEL MITO 
      Pittura barocca tra Napoli, Genova e Venezia 
      22 marzo - 6 luglio 2003 
      Appartamento del Doge, Palazzo Ducale
  
       
      La visita virtuale 
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      N. 1 - Il momento delle trasformazioni (2053Kb)  STANZA 
      N. 2 - Il protagonismo di Giove (795Kb)  STANZA 
      N. 3 - Le punizioni (2324Kb)  STANZA 
      N. 4 - Le punizioni operate dai figli di Latona: Apollo e Diana (1638Kb)  
      STANZA 
      N. 5 - Le punizioni (2960Kb)  STANZA 
      N. 6 - Amori (1104Kb)  STANZA 
      N. 7 - Amori (1919Kb)  STANZA 
      N. 8 - Amori (1429Kb)   
      La mostra, che si avvale di un originale percorso espositivo, prende avvio 
      dalle tematiche mitologiche legate alle Metamorfosi di Ovidio e si sviluppa 
      attraverso un vasto repertorio iconografico, che punta a verificare le interpretazioni 
      maturate ad opera degli artisti attivi nelle aree considerate tra Sei e 
      Settecento.   
      Il mito, visto attraverso scansioni tematiche sempre connesse all’affermazione 
      del "barocco mediterraneo", costituisce il filo conduttore di un confronto 
      tra momenti e realtà pittoriche diverse. 
      L’intreccio delle vicende, articolato secondo sequenze di particolare suggestione 
      visiva, consente una messa a fronte di opere che offrono possibilità 
      di verifica sia riguardo all’evoluzione del linguaggio artistico, sia in 
      merito alla riproposta di temi iconografici recuperati attraverso il vaglio 
      delle esperienze pittoriche precedenti. 
      Nel panorama di tali proposte la situazione napoletana appare caratterizzata 
      in un primo tempo da soggetti vincolati al filone tenebristico, e poi inglobati 
      all’interno delle proposte barocche. Il superamento di tali tendenze, di 
      stampo pretiano-giordanesco, verrà determinato da un lato attraverso 
      l’affermazione del classicismo solimeniano, e dall’altro mediante il ricorso 
      al metro rococò. In ambito genovese dalla cultura ampia e dal sincretismo 
      del Grechetto, dopo un momento incline al naturalismo, si afferma una forte 
      vocazione decorativa, enfatizzata dall’esperienza nella grande dimensione 
      dell'affresco e nel rapporto tra pittura e scultura, con le figure di Domenico 
      Piola e Gregorio De Ferrari. 
      Le scelte relative all’area veneta, anche grazie alle progressive richieste 
      degli artisti nel circuito europeo, consentono di cogliere, nel passaggio 
      dalla pittura dei "tenebrosi" a quella dei "chiaristi", il positivo riflesso 
      della tradizione iconografica cinquecentesca. 
      L’analisi delle nuove proposte iconografiche emerse nel corso dei secoli 
      considerati è stata condotta anche attraverso una verifica dei legami 
      con gli intrecci narrativi presenti all’interno della ricca produzione letteraria 
      contemporanea.   
      Il percorso è stato suddiviso nelle seguenti sezioni:    IL 
      MOMENTO DELLA TRASFORMAZIONE 
      Il processo metamorfico offre spazio ad un’ampia varietà di soluzioni, 
      corrispondenti a momenti liberatori, difensivi, consolatori o punitivi, 
      come anche a situazioni nelle quali la divinità assume diverse sembianze 
      per raggiungere le proprie finalità. 
      Si assiste così alla trasformazione di Dafne e di Siringa in piante, 
      di Narciso in fiore, di Coronide in uccello, oltre che alla sostituzione, 
      come nel caso di Ifigenia.    IL PROTAGONISMO DI GIOVE 
      Ad una serie di trasformazioni ricorre anche Giove per conseguire i propri 
      scopi attraverso complesse trame amorose. Assume, infatti, le sembianze 
      di toro per rapire Europa, di pioggia d’oro per sedurre Danae, di cigno 
      per unirsi a Leda, ma quando appare in tutto il suo fulgore, riduce in cenere 
      Semele.    LE PUNIZIONI DEGLI DEI 
      I motivi che sono alla base degli interventi punitivi possono essere ricondotti: 
      ai tradimenti (Io trasformata in vacca, Mercurio uccide Argo, Apollo si 
      vendica di Coronide, Vulcano punisce Venere e Marte, Semele è incenerita 
      per l’apparizione di Giove), alla mancata obbedienza per l’inosservanza 
      di norme prestabilite (Diana punisce Callisto e Atteone), ad atteggiamenti 
      di sfida o di pretesa superiorità nei riguardi della divinità (Niobe, 
      Latona, Aracne).    LA DIMENSIONE SOLARE 
      In essa trovano spazio i riferimenti all’ambito operativo di Apollo, quale 
      guida solare, ma anche come promotore delle arti, specialmente in rapporto 
      alla Musica, come nel caso della contesa con Marsia.    GLI AMORI 
      Si inseriscono in linea di continuità attraverso l’intero percorso 
      delle Metamorfosi, offrendo spazio ad interventi eroici (Perseo e Andromeda), 
      consolatori (Bacco e Arianna; Venere e Adone; Aci e Galatea), oltre che 
      a momenti nei quali il rapimento diviene risolutore di complesse vicende 
      amorose: Plutone e Proserpina, Borea e Orizia, Nesso e Deianira, Paride 
      ed Elena.    Per l’area napoletana si è fatto riferimento 
      a pittori quali: 
      - Filippo Napoletano 
      - Andrea De Lione 
      - Pietro Novelli 
      - Mattia Preti 
      - Luca Giordano 
      - Giacomo Farelli 
      - Paolo de Matteis 
      - Francesco Solimena 
      - Corrado Giaquinto    Per l’area genovese sono stati considerati 
      soprattutto: 
      - il Grechetto 
      - Giovan Battista Carlone 
      - Anton Maria Vassallo 
      - Valerio Castello 
      - Bartolomeo Guidobono 
      - Domenico e Paolo Gerolamo Piola 
      - Gregorio De Ferrari 
      - Alessandro Magnasco    Per l’area veneta sono stati oggetto 
      di considerazione i dipinti di: 
      - Giulio Carpioni 
      - Pietro Liberi 
      - Sebastiano Mazzoni 
      - Giambattista Langetti 
      - Francesco Maffei 
      - Federico Cervelli 
      - Antonio Bellucci 
      - Sebastiano Ricci 
      - Giovanni Antonio Pellegrini 
      - Nicolò Bambini 
      - Jacopo Amigoni 
      - Giambattista Piazzetta  
 
 
  
 
Catalogo: 
Electa, www.electaweb.it
  
  
ISBN 8837020716
  
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