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mostra

East of Eden

mostra personale di Gianluca Capozzi e Chiara Coccorese
a cura di Raul Zamudio
15 - 31 marzo 2013

Sala Dogana

orario: dal 16 marzo, dal martedì alla domenica ore 15-20

in collaborazione con Allegretti Contemporanea, Turin

Inaugurazione venerdì 15 marzo, ore 18

"E Caino si partì dal cospetto del Signore, e abitò come un fuggiasco sulla terra, sulla parte orientale di Eden." - Genesi 4:16

East of Eden è la doppia mostra personale di Gianluca Capozzi e Chiara Coccorese. Il titolo deriva da un passo della Genesi in cui Caino, il primo essere umano nato sulla terra da Adamo ed Eva, vaga per il mondo nuovo, descritto come situato ad oriente di Eden. Il motivo del suo peregrinare deriva dal suo esilio da Dio per aver commesso il primo delitto, l'assassinio di suo fratello Abele. Durante il suo nomadismo ad est di Eden, egli è testimone di un ambiente archetipico vergine e allo stesso tempo macchiato nella sua essenza imperfetta.

In questo paesaggio primordiale, dove avviene la scoperta di una flora e fauna senza nome e in cui tutte le cose sono nuove e rivelatrici, vengono tessuti i molti fili metaforici della mostra East of Eden.
Le opere esposte, costituite da pittura su tela e pittura digitale, dialogano visualizzando le dicotomie tra il sacro e il profano, il divino e l'umano, la vita e la morte, nonché la duplice visione tra due media storicamente diversi: da un lato abbiamo la pittura di Gianluca Capozzi, con la sua sensibilità contemporanea ancorata ad una tecnica tradizionale, contrariamente all'approccio di Chiara Coccorese che, invece, con la sua arte plana attraverso mezzi digitali tagliando con il passato.

Insieme, questi distinti approcci artistici sono le vie attraverso cui "East of Eden" prende forma.
La prima coppia che introduce la mostra parte dal dipinto "Senza titolo" di Capozzi, una donna in posa da modella in bikini e tacchi alti, che guarda in modo un po' sfacciato lo spettatore. Poiché questo lavoro come gli altri in mostra sono senza titolo, Capozzi offre allo spettatore una maggiore libertà tematica di decifrare la loro narrazione; ma le opere fungono, tuttavia, più come archetipi o assoluti, rendendo tangibile ciò che di singolare c'è nel significato. Così la pudica donna in piedi in atteggiamento ambiguo raffigura simbolicamente Lillith, la donna mitica creata dalla stessa polvere di Adamo ma cacciata dall'Eden. Lei è la figura meta-materna del mondo del troppo umano.
In contrapposizione a questa visione è il "Battesimo" di Chiara Coccorese, che a prima vista sembra essere Gesù o anche Caino stesso. In entrambi i casi, la figura protagonista sembra essere in cerca di redenzione attraverso le mani giunte, in atteggiamento di preghiera o addirittura di perdono. Ciò che evoca questo senso di religiosità, sottolineando ancora il tema comune della mondanità, è che la figura cerca la purificazione non attraverso il battesimo tradizionale, ma per mezzo di una doccia a soffione, su cui una colomba bianca sta per poggiarsi. Così come la donna di Capozzi è in abbigliamento da spiaggia, la figura di Coccorese indossa quello che sembra essere un costume da bagno, ulteriore collegamento tra i due personaggi come dicotomie di maschile e femminile, spirituale e profano, divino e terreno.
La questione, tuttavia, evocata con tale disinvoltura da questi due lavori e che percorre tutta la mostra di East of Eden è: cosa è sacro, e cosa è profano? Viviamo in un mondo dove la religione ha a volte tentato di rispondere insufficientemente ai problemi che il coscienzioso cerca, mentre l'umanità cerca di migliorare socialmente per il bene più grande, come spinta da una propria logica interna, che non può essere solo di natura terrena, ma che è generata anche da una scintilla divina.