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Focus On N.36, 10/08/2007
Palazzo Ducale si offre ai suoi visitatori
'Alla scoperta del Palazzo dei Dogi': questo il nome dell'iniziativa promossa da Palazzo Ducale
fino al 31 agosto 2007. Dal martedì alla domenica (dalle 10.00 alle 19.00) è infatti
possibile visitare le sale principali, la cappella del Doge e le carceri storiche,
salendo fino alla Torre Grimaldina. Alle ore 11.00, poi, si può usufruire
di una approfondita visita guidata. È un'ottima occasione per un viaggio
non solo all'interno dell’edificio, ma anche nella storia di Genova.
La visita ha inizio con il Salone del Maggiore Consiglio, un tempo sede del trono
dei Dogi (e, più recentemente, delle riunioni del G8), e prosegue con
l’adiacente Salone del Minore Consiglio, che veniva utilizzato nella stagione
estiva perché esposto a sud e, dunque, più fresco. Proprio quest’ultima
stanza, nel 1769, fu sede di un avvenimento che ha condizionato la storia,
cioè la vendita della Corsica ai Francesi.
Poi si procede con la Cappella Dogale, una delle poche parti dell’edificio
scampate all’incendio del 1777, e, dunque, in tutto e per tutto originale.
Attraverso la visita guidata è possibile non solo ricostruire la storia
della città, ma anche apprendere diversi aneddoti e curiosità.
Dalle sale più sfarzose si passa direttamente alle carceri storiche,
dove per secoli sono stati rinchiusi i prigionieri politici e nobili colpevoli
di un qualche reato (e ciò spiega il motivo delle dimensioni ridotte
delle porte: così i nobili, per passarvi, erano costretti ad
inchinarsi come atto di umiliazione). Anche nel Novecento, quando Palazzo Ducale
era la sede del Tribunale di Genova, queste stanze erano usate come carceri
di passaggio per chi era in attesa di un processo.
Si tratta di celle buie e claustrofobiche nelle quali, tra gli altri,
"soggiornarono" il pittore fiammingo conosciuto come 'Il Tempesta', il mazziniano
Jacopo Ruffini, Niccolò Paganini e, forse, per qualche giorno, Garibaldi. La visita termina con la salita alla Torre Grimaldina, il punto
più alto delle prigioni, che risale al primo nucleo di Palazzo Ducale. Al suo
interno c'è la cosiddetta cella degli artisti, chiamata così
per i numerosi disegni che i carcerati hanno abbozzato sulle pareti (si sono contati
fino a sette diversi strati di intonaco).
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