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mostra

Georgia Fambris Pittura

Palazzo Ducale, Spazio 36R
20 gennaio - 3 febbraio 2013

Inaugurazione mostra
sabato 19 gennaio ore 18
Presentazione a cura di
Roberto Merani e Bruno Meneghelli

Ingresso libero

Orario: dal martedì alla domenica, ore 15.30-19

Sabato 19 Gennaio 2013 alle 18.00 presso lo spazio 36 del Cortile Maggiore di Palazzo Ducale a Genova, si inaugura la mostra personale di Georgia Fambris.
L'artista, nata a Genova, vive dal 1993 in Grecia. Diplomata presso l'Accademia di Pittura e Iconografia Bizantina di Atene, la Fambris lavora come pittrice agiografa in in Grecia, a Cipro e negli Stati Uniti. Contemporaneamente si dedica alla pittura, senza rimanere indifferente ad altre forme di arti visive come la fotografia e la videoart.
La mostra "Georgia Fambris Pittura", organizzata dall'Associazione di promozione sociale della cultura ART Commission, rimarrà aperta fino al 3 febbraio e sarà visitabile tutti i giorni tranne il lunedì dalle 15.30 alle 18.30.
Testo critico e presentazione a cura di Roberto Merani e Bruno Meneghelli.



"In questi ultimi anni, vivendo e lavorando ad Atene come iconografa bizantina, è maturata, inevitabilmente, in me, la necessità di un distacco personale dal processo creativo che determina la forma della pittura sacra nella tradizione ortodossa. Questi dipinti nascono da un'esplosione da un getto istintivo-liberatorio, ovvero da un grido di sorpresa di entusiasmo ma anche di piacere drammatico dall'avvolgimento improvviso della luce che acceca seguita da rivelazioni edoniche e dolorose man mano che ci si addentra nel labirinto casuale. Derivano da un allontanamento dal "territorio" conosciuto ma, altresì, dall'agonia di lasciare, comunque, le tracce di un passare incerto, avendo come complice in questo errare il desiderio persistente di dipingere, camminando su un filo di Arianna, non per volontà, ma per l'illusione di una libertà."

Georgia Fambris



mostra 'Georgia Fambris Pittura'

"Lascia fermi Georgia Fambris, ci trattiene immobili a pensarla li, "prigioniera" delle due dimensioni dell'immagine, intenta ad apparecchiare e sparecchiare spazi, a dirigere personaggi ed interpreti nel teatro dei dolori e dei sentimenti, delle nostalgie ammalate, delle malinconie morbose servite in sezioni chirurgiche, come campioni di un dolore narciso che sembra non volersi togliere di mezzo.
Le immagini di Georgia originano da una materia comune al sogno, alla memoria; evocano l'esperienza, la elaborano in un percorso lucido, guidato nel tracciato del vissuto autobiografico, luogo in cui una probabile icona di se può mediare tra mondi apparentemente lontani quasi inconciliabili, dove l'immagine resta immobile come il ricordo di una fotografia mai scattata, a presidiare il confine."

Bruno Meneghelli, Roberto Merani