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       Mostra 
        La Sacra Selva 
        Scultura lignea in Liguria tra XII e XVI secolo 
        17 dicembre 2004 - 13 marzo 2005
  
         
       Sede della mostra: 
        Chiesa di Sant’Agostino 
        Museo di Sant’Agostino 
        Piazza Sarzano, 35 
        16128 Genova 
        www.museosantagostino.it 
        Orario: da martedì a venerdì 9.00-19.00 
        sabato e domenica 10.00-19.00, lunedì chiuso 
        Info Tel. 010-5574004 / 010-2511263 
        EMail: biglietteria[AT]palazzoducale[PUNTO]genova[PUNTO]it
  
       
 
  
 
  
 
  
 
  
 
  
       
        Attività collaterali
  
        Dall’albero alla statua: un intagliatore all’opera 
        Nei giorni 19 gennaio, ore 17.00; 9, 23 febbraio, 2 marzo (ore 10-12), lo scultore di
        Chiavari Franco Casoni realizzerà presso la sede della mostra, una scultura in legno. 
        Maggiori info clicca qui
  
        Mostra + aperitivo + teatro a € 13,00 
        anziché € 20,00 
        mercoledì 19 gennaio 
        Teatro della Tosse 
        ore 18.30 visita alla mostra "La Sacra Selva" con Franco Boggero 
        ore 19.00 aperitivo a tema 
        ore 19.30 spettacolo "Il naso di Gogol'" di Tonino Conte 
        Info Tel. 010-2487011, biglietteria 010-2470793 
        www.teatrodellatosse.it 
        Scarica la locandina, clicca
  
        Conferenze 
        Palazzo Ducale, Sala Camino 
        Le conferenze sono tutte ad ingresso libero
  
        mercoledì 12 gennaio 2005, ore 17.00 
        "I materiali della Sacra Selva: spunti di riflessione" 
        Franco Boggero e Piero Donati
  
        giovedì 20 gennaio 2005, ore 17.00 
        "Trionfi e dolore. Il Volto Santo di Bocca di Magra e la Croce dei Caravana" 
        Clario Di Fabio
  
        giovedì 27 gennaio 2005, ore 15.00 / 18.00 
        Tavola rotonda "Attraverso la Sacra Selva"
  
        mercoledì 2 febbraio 2005, ore 17.00 
        "Attorno alle Statue lignee: dialoghi tra le arti nella Liguria del '400" 
        Fulvio Cervini e Massimo Bartoletti
  
        Visita guidata per insegnanti
        mercoledì 19 gennaio 2005, ore 17.00 
        Ingresso gratuito, solo su prenotazione al numero di tel. 010 5574022
  
        Visite a tema con i curatori della mostra 
        mercoledì 9 e 16 febbraio 2005, ore 16.00 
        "La Sacra Selva: aspetti devozionali, problemi conservativi e di restauro" 
        Solo su prenotazione al numero 010 5574004, EMail: biglietteria[AT]palazzoducale[PUNTO]genova[PUNTO]it
  
       Concerto 
       sabato 19 febbraio 2005, ore 21.00 
       Chiesa di San Donato 
       Laus Concentus, ensemble vocale e strumentale 
       "Calici di stelle. Dialoghi sacri, canti e laudi della religiosità popolare medievale" 
       Ingresso a pagamento 
       Informazioni e prenotazioni: tel. 010 5574004
  
            Per un devoto del Quattrocento, l’immagine di un crocifisso evocava
            spontaneamente quella di un albero, dove le braccia fossero i rami e il resto del
            corpo il tronco. La sacralità di cui i boschi erano avvolti contribuiva, del resto, a sottolineare quella dell’immagine scolpita, e se quest'ultima, col tempo, veniva messa
            da parte e sostituita con un’altra più aggiornata, non poteva comunque essere
            distrutta. 
            Nel campo della scultura, il Quattrocento ligure non rappresenta affatto un secolo
            "di marmo e di pietra", come fino a qualche anno fa si continuava ad affermare. La
            ricerca sul territorio dell’antica Repubblica (Corsica inclusa) e su quelle aree nelle quali la presenza genovese era determinante ha prodotto una serie impressionante di
            ritrovamenti e di riscoperte: dai piccoli crocifissi delle confraternite alle grandi
            croci stazionali, dalle figure isolate di santi ai gruppi scultorei. Si tratta di
            alcune centinaia di opere, delle quali si è voluto fornire in questa mostra una
            campionatura significativa, che ne documentasse l'importanza e la multiforme
            stratificazione, sottolineate, non di rado, dal recupero dell’antica dimensione
            cromatica, reso possibile dai restauri, non pochi dei quali finalizzati a questa
            mostra. 
            Questi restauri sono soltanto la punta dell’iceberg di un tenace lavoro sul
            territorio, fatto anche di sopralluoghi, schedature, ricerca d’archivio, contatti
            costanti con le Curie e delicati rapporti con piccole comunità affezionate al loro
            patrimonio: nella maggior parte dei casi, infatti, sono stati i piccoli centri a
            conservare con un certo scrupolo i manufatti più antichi, anche quando
            questi avessero da tempo abbandonato gli spazi destinati alla liturgia per rifugiarsi
            in locali bui e malagevoli. 
            La mostra, che idealmente si ricollega a una pionieristica esposizione savonese
            curata nel 1952 da Pasquale Rotondi, consentirà di confrontare sculture di
            produzione locale (come il Compianto sul corpo di Cristo proveniente dal borgo
            di Lucinasco, nell'entroterra imperiese), con altre provenienti da un diverso ambito
            culturale, spesso individuabile in quell’area fiamminga che intrattenne con Genova
            rapporti già noti e documentati in campo pittorico. 
            L’esemplare più antico, il Volto Santo di Bocca di Magra, appartiene al XII secolo ed è la più importante testimonianza disponibile in
            Liguria, in ambito scultoreo, dell’iconografia di Cristo che trionfa sulla morte e si manifesta in tutta la sua regale maestà; questa iconografia sarà sostituita,
            nel corso del XIII secolo, da quella del Cristo denudato, che mostra il corpo
            flagellato e piagato: a questo ambito appartengono, fra gli altri, due pezzi
            eccellenti presenti in mostra, provenienti dal Seminario di Savona e dalla chiesa
            della Maddalena di Genova. 
            L’iconografia mariana è rappresentata, per i secoli XIII e XIV, dalla Madonna col
            Bambino del Santuario delle Grazie di Genova e dall'inedita statua di Riomaggiore,
            vera e propria colonna di legno che fa dell’assetto verticale del tronco arboreo la
            sua cifra stilistica. 
            Le distinte raffigurazioni del Cristo piagato e di Maria come madre si fondono
            nell'iconografia del Vesperbild, locuzione tedesca che denota l'origine nordica di
            queste immagini, presenti su tutto il territorio ligure, da Soviore (Cinque Terre)
            a Sanremo. 
            Alla fine del secolo XIV, in significativa coincidenza con l'ondata millenaristica dei
            bianchi (un movimento penitenziale che si diffonde nell'Italia nord-occidentale nel
            1399), inizia l’epopea dei cristi ponentini, e cioè delle immagini del Cristo crocifisso prodotte in quantità notevole, in base a schemi stilistici utilizzati per
            decenni, nelle botteghe attive nella Liguria di Ponente; da Taggia, Ceriana, Casanova
            Lerrone provengono alcuni degli esemplari esposti. Altrove si preferisce ricorrere
            (Levanto) o dalla Lombardia (Santa Margherita e Lerici); a questi flussi si
            aggiungono talvolta esemplari di rilevanza assoluta quali il San Bartolomeo senese di
            Quarto. 
            La sezione finale, dedicata alla prima metà del secolo XVI, attesta della
            divaricazione fra i centri delle due Riviere, che continuano a commissionare statue
            lignee di notevole rilevanza (si vedano la Vergine dolente di Pieve di Teco ed il San
            Rocco di Trebiano, opera del Franciosino), e l’ambito genovese, ove trionfa il marmo di Carrara, al quale si ricorre – si veda il rilievo di Ceranesi – anche per le
            raffigurazioni che fino ad allora avevano trovato nel legno il materiale d'elezione.
             
            Due rilievi marmorei più antichi – una Madonna col Bambino di matrice campionese ed un
            Crocifisso di G. A. Amadeo da Pignone – attestano del persistente dialogo fra scultura
            litica e scultura lignea, mentre alla trecentesca tavola di Barnaba da Modena (Urbino,
            donazione Volponi) è affidato il compito di ricordare le strette correlazioni
            fra i domini della pittura e della scultura lignea. (Franco Boggero e Piero Donati)
  
        Prezzo del biglietto 
        Ingresso alla mostra e al Museo di Sant’Agostino: 
        intero € 6,00 
        ridotto € 5,00 
        scuole € 2,50
  
        La mostra è inclusa nella GeNova04 Card
  
        Visite guidate individuali 
        - sabato ore 15.30
  
        
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