Rivoluzione e costituzioni


Gustavo ZAGREBELSKY

sabato 14 aprile, ore 16 Sala del Minor Consiglio


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La nostra Costituzione rappresenta un momento della lunga storia del costituzionalismo moderno, una storia che ha inizio con la Restaurazione liberale, dopo la Rivoluzione francese e l'età napoleonica.
L'ideale del costituzionalismo è senza tempo: istituzioni libere e garanzia dei diritti, con ciò che ne consegue: rappresentanza politica entro la separazione dei poteri, legalità e garanzia dei diritti, habeas corpus, tribunali indipendenti, libertà di stampa e libera formazione della pubblica opinione. Ma, la storia del costituzionalismo è fatta di sviluppi a partire da quel nucleo: acquisizioni e ampliamenti, frutti di aspirazioni intellettuali, quando esse siano divenute obiettivi di lotte sociali. Nulla, infatti, si ottiene solo perché pare buono, giusto e bello. Ora, in taluni casi, le lotte sociali hanno comportato veri e propri capovolgimenti dei punti iniziali. La Rivoluzione francese che dapprima si era rivoltata contro i privilegi dell'Antico Regime aveva superato il segno, da cui doveva seguire necessariamente - come infatti fu - una reazione terribile, secondo l'universale ed eterna legge del pendolo nelle cose politiche: "Ogni eccesso suole portare con sé una grande trasformazione in senso opposto: così nelle stagioni come nelle piante e nei corpi e anche, in sommo grado, nelle costituzioni" (Platone, Repubblica 563e, 564a).


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