Per l’immaginario del cinema la rivoluzione è sempre stata un pranzo di gala.
Un’offerta drammaturgica assolutamente irresistibile. Ejzenstejn interrompe la lavorazione di un film sulla collettivizzazione delle campagne allorché gli viene proposto di celebrare il decimo anniversario della rivoluzione bolscevica del 1917. E crea un monumento cinematografico: Ottobre.
Un film che oggi viene percepito, al di là della sua ambizione di saggio per immagini, come il più grande poema cinematografico sulla rivoluzione. Un’epopea delle masse, senza protagonisti, senza intreccio, senza dinamiche individuali e quindi borghesi.
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