Otto Hofmann

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Intorno alla mostra


Il Bauhaus, modello di integrazione tra le arti
A cura di Antonello Negri
docente di Storia dell’arte contemporanea presso l’Università degli Studi di Milano.


Giovedì 26 novembre 2009, ore 17.45
Sala del Minor Consiglio
Riproducibilità di immagini e cose: verso una nuova visione
Una possibile chiave di lettura dell’attività della scuola è quella della ‘riproducibilità: la stessa della quale avrebbe scritto pochi anni più tardi Walter Benjamin nel famoso saggio L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica.
Il vecchio dibattito sui rapporti tra la purezza dell’arte e la sua applicabilità alle cose sarebbe stato risolto, nel Bauhaus, sia attraverso la traduzione in oggetti prodotti serialmente di ‘idee’ formali elaborate, per esempio, da artisti come Klee e Kandinsky; sia attraverso la teorizzazione – e la prima messa in atto – di una ‘nuova visione’, essenzialmente basata sull’invenzione di una nuova tipografia e sulla riproducibilità fotografica e cinematografica delle immagini.







Giovedì 19 novembre 2009, ore 17.45
Sala del Maggior Consiglio
Weimar, Dessau, Berlino, 1919-1933: una scuola e i suoi protagonisti
Nel Bauhaus si è riflessa quella ‘cultura di Weimar’ che – nel periodo tra la caduta dell’Impero guglielmino e la presa di potere nazista – ha fatto della Germania il centro più vitale, aperto e produttivo della ricerca e della creazione artistica del tempo.
I cambiamenti di sede sono stati lo specchio di un rapporto della scuola non sempre facile con le città che la hanno di volta in volta ospitata: anche perché le proposte di molti maestri – Gropius, Feininger, Itten, Kandinsky, Klee, Moholy-Nagy… – non si sono limitate a investire il linguaggio delle arti ma, nello spirito del tempo, hanno partecipato a un progetto complessivo di trasformazione della vita degli uomini.





Giovedì 12 novembre 2009, ore 17.45
Sala del Maggior Consiglio
Il Bauhaus tra la Great Exhibition di Londra e Ikea: utopia e realtà
Nell’ambito dell’attività di ricerca, di insegnamento e di progettazione del Bauhaus, a partire dal 1919, arrivano a compimento idee germinate intorno alla Grande esposizione londinese del 1851, che, nello spazio già radicalmente ‘moderno’ del Crystal Palace, aveva con perentorietà posto il problema del rapporto tra l’arte pura e le arti applicate.
Gli esiti attuali di un percorso che ha ormai attraversato quasi due secoli parrebbero poter essere messi – un po’ paradossalmente – sotto l’insegna di Ikea, la cui fortuna commerciale si intreccia all’idea di un design alla portata dei più.