La Storia in mostra



Sala Liguria
dal 15 marzo al 17 aprile

AFRICHE
immagini e voci


Marco AIME

Una mostra di parole e immagini, che presenta con circa 70 fotografie in bianco e nero, scattate dall’antropologo Marco Aime durante i suoi numerosi viaggi in Mali, Ghana, Benin, Malawi, Tanzania, Congo e Algeria, le molteplici anime dell’Africa.
Ad ogni foto è collegato un proverbio che, come dice l’autore è sintesi, è una formula verbale che può risolvere una discussione oppure servire da monito, richiamandosi alla consuetudine…
In Africa gli anziani parlano spesso per proverbi, soprattutto in contesti collettivi, quando la parola assume una valenza importante. Una lettura visiva dell’Africa e delle sue molteplici anime. Mescolando antropologia e fotografia, Aime ci introduce in un percorso che vuole mostrare al visitatore lo splendore infinito, e mai replicabile, delle diversità del mondo. In un'epoca di evidente omologazione, queste fotografie e i proverbi abbinati raccontano, poeticamente ma senza retorica, gli aspetti più profondi e sinceri di popoli e civiltà che, nonostante l'aggressiva azione della modernità tecnologica, restano ancorate - per fortuna - a simboli, leggende e storie che scandiscono le loro esistenze da millenni.











Sala Dogana
dal 6 al 9 aprile

DISORDINI IMPERATIVI

Dire imperi è dire imperio, esercizio di potere: i giovani artisti liguri chiamati a esprimere l'argomento con le armi del disegno fisso e in movimento hanno messo in campo i conflitti di potere, le situazioni in cui si verificano squilibri e soperchierie, sofferenze e insofferenze, involuzioni e rivoluzioni – l'eterna e ritornante alternanza tra Ordine e Disordine. Qualsiasi azione d'imperio instaura un ordine su un disordine precedente e cova in se´ nuovi disordini pronti a imporre altri possibili ordini. E, nondimeno, un compito dell'arte non e` suggerire disordini fecondi?

Ferruccio Giromini


Artisti in mostra
Alice Acella
Labadanzky
Letizia Iannaccone
Luca Marcenaro
Niccolò Pizzorno
Elisa Rocca
Francesca Smith
Francesca Tradii
+ guest star Tommaso Di Spigna aka Spugna








Spazio 46 rosso
dal 6 al 9 aprile

TIPI INDIGENI
Fotografie dal fondo della rivista "L'Azione Coloniale"

“Tipi indigeni” era la didascalia che frequentemente accompagnava i ritratti dei gruppi etnici o dei singoli abitanti delle regioni africane sottomesse all’espansionistica politica coloniale del regime fascista. Queste immagini, oltre ad avere un’ampia diffusione nell’editoria specialistica e sulle principali testate nazionali, erano spesso pubblicate in forma di cartolina, quasi si trattasse di souvenir esotici o di foto di viaggio in cui si combinavano tra loro differenti suggestioni: l’attuazione di una vocazione imperialista, l’affermazione di una supremazia razziale e il senso di avventura suscitato dall’incontro con una natura selvaggia e con popolazioni “primitive”. Le principali fonti d’ispirazione per tali immagini - componente razzista e fascino esotico - rispondevano espressamente alle direttive del corpo di stato maggiore che tra il 1935 e il 1936, durante la campagna coloniale nell’Africa Orientale, affidò a diverse squadre di operatori il compito di realizzare un ampio e puntuale reportage fotografico, costituito da oltre centomila scatti. La celebrazione dell’opera civilizzatrice dei coloni spesso si integrò in tali immagini con soggetti miranti a rinfrancare e a sedurre i volontari dell’esercito italiano d’occupazione, come nel caso della raffigurazione di guerrieri indigeni armati di sole lance e frecce o dei licenziosi scatti di giovani donne a seno nudo. Le rappresentazioni artistiche del “tipo indigeno”, proposte dalla selezione di foto provenienti dall’archivio della rivista “L’Azione Coloniale” della Wolfsoniana – Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, offrono un variegato campionario tipologico in cui spicca il ritratto del negus etiope Hailé Selassié e che mette in evidenza l’intento di classificare le popolazioni asservite dall’azione civilizzatrice del regime attraverso i loro peculiari caratteri somatici e “razziali”.